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A quanto sembra, secondo quanto ci ricorda Marco sul forum,a primavera voteremo il referendum sulla caccia; ad unpaeseche si chiama 'La Cassa', nome che sembra sia proprio derivato da'La Caccia', la cosa dovrebbe interessare.
Ci si aspetta quindi che forze politiche e amministrative del territoriosi pronunceranno in un modo o nell'altro, spero evitando il pilatesco'ognuno faccia secondo coscienza'; già qui vedo un piccolo problemaperchè nessuno vorrà inimicarsi i cacciatori presenti nel nostro comune.

In vista del referendum è bene ricordarsi alcuni punti per poterneragionare: il referendum è a livello regionale, non abolisce la cacciama limita il numero di specie cacciabili (rimarrebbero 'solo' lepre,fagiano, cinghiale), vieta la caccia di domenica e su terreno coperto daneve, restano validi gli abbattimenti selettivi necessari a proteggereil territorio; la richiesta del referendum risale all'88. Non è necessario un quorum*, vince la maggioranza comunque.

Il percorso della limitazione della caccia in Italia è passato a livellonazionale dal concetto 'si può cacciare di tutto tranne...' al concettodi 'non si può cacciare nulla tranne....' per poi passare alle leggiregionali che qualificano il 'tranne', cioè stabiliscono l'elenco dellespecie cacciabili.

Nel nostro territorio ci sono cacciatori; li si ritrova a festeggiare legiornate venatorie, li si vede al mattino posteggiare i fuoristrada coni cani nelle stradine sterrate, li si sente sparare quando si passeggiaper i boschi.
Molti di loro sostengono di essere la vera salvaguardia della natura: diamare e curare il territorio, di manutenere percorsi e sentieri;sostengono che è vero amore per l'ambiente ciò che li spinge al mattinopresto a vagare per i boschi a sentire gli odori dell'alba, vivere acontatto con la natura, respirare aria buona e sentirsi vivi.
Non ho nulla da obbiettare a questo, anzi, mi sembra un atteggiamentomeritorio e positivo; ciò che non comprendo è tutto ciò che succedecollegato alla mentalità di morte che la caccia si porta dietro.
Tutti siamo ben consci che se in questo discorso ambientale sulla cacciasostituissimo il fucile con la macchina fotografica tutta la primaparte, relativa all'amore per l'ambiente, resterebbe salva; sappiamocomunque che questa sostituzione toglierebbe il gusto della caccia ai cacciatori.

Allora mi chiedo, e vi chiedo, e chiedo ai cacciatori: cos'è questo gusto della caccia? Provo a darmi qualche risposta; non pretendo certo d'aver ragione, mi piacerebbe un confronto su questi argomenti.

Pensoci sia il gusto dell'arma, il fatto di avere, detenere,curare, pulire, amare un pezzo di ferro di meccanica di precisionestudiato per essere uno strumento di morte. Non voglio essere grossolanoin quanto dico; possedere un oggetto del genere consente unaaffermazione dell'io che va ben oltre il possedere un apparecchiofotografico. Io divento più importante perche io ho quell'oggetto, che mi rende potente sulla natura.
Penso possa essere una protesi che un uomo indossa per mostrare, per dimostrare, certezza e potenza dove queste gli mancano.

Penso ci sia il gusto del sangue e della morte; di nuovo il fatto di essere potenti su un essere vivente fino a poterne straziare le carni, sentire l'odoredi selvaggio e vedere gli occhi sbarrati della morte; non c'è bisognodi scomodare tanta psicologia per dimostrare quanto questo può farsentir viva una persona, nè scomodare il rapporto tra eros e thanatos per rendersi conto di quanto profondo può essere l'amore per la caccia; meglio, la voglia di caccia che diventa la sublimazione di ciò che non si riesce, o non si può, avere in altro modo.
E' facile notare che i cacciatori sono quasi unicamente maschi; ci saràmotivo.Nell'immenso 'Q' di Luther Blisset, un bel modo di spiegare lanostra radice europea, se ne trova una spiegazione: le donne vedono ilsangue tutti i mesi, non hanno altro bisogno di sangue; non fanno leguerre, non ammazzano animali con la caccia.

In entrambi i casi penso ci sia un bisogno profondo che viene sublimatousando la caccia; sappiamo tutti che il mettere in comune i bisogni,consciamente o meno, è quanto più lega le persone; ed ecco il perchè sicreano legami forti tra i cacciatori, che costituiscono gruppi moltosolidi.

Nella strampalata ipotesi che quanto ho scritto sia plausibile, la caccia fa star bene i cacciatori; soprattutto i non-cacciatori dovrebbero rendersene contose vogliono condurre una vera battaglia contro la caccia.
Non si riuscirà mai a far smettere un cacciatore di cacciare con lalogica; lo si potrà anche convincere che la caccia è sbagliata, inutile,dannosa, ma tutti questi convincimenti non lo scalfiranno di frontealle sensazioni forti che la caccia gli dà, di fronte a quel frontesalente di endorfine che gli invade il cervello in quel misto diambiente, natura,odori, armi, respiro, sangue, animali, selvaggio,bang.
Nella strampalata ipotesi che quanto ho scritto sia plausibile, la caccia è una droga.

Per assaporarne le sensazioni, e stare tra gli stessi autori, consiglio Guerra agli umani,di Wu Ming, in cui è ben descritta la caccia al cinghiale e l'euforiache può dare; anche se poi, in quella narrazione, si tramuta in cacciaall'umano.

La caccia risponde a bisogni istintivamente, bestialmente umani, in queiterritori dai quali la logica è bandita; non sarà un referendum adeliminarla.

Anche dov'è la caccia è vietata, è sempre esistito il bracconaggio; AlanParker quando ha voluto raccontare le radici dell'odio ha inserito lacaccia all'uomo (la caccia al nero in Mississipi Burning, basato su una storia vera)e molti di noi hanno registrato nei recessi della mente che dallacivile Italia partivano negli anni '90 persone per il gusto di sparareagli uomini nell'ex-Jugoslavia. Questi esempi non sono, naturalmente,neanche da avvicinare alla nostra realtà; li cito solo perchè possointuire quanto complesso sia l'affrontare con coscienza la questione.

Quindi non sarà un referendum ad abolire la caccia; certo, potrà peròindicare ai piemontesi una direzione più vicina all'uomo e meno allabestia; se a causa dei risultati di questo referendum anche solo unfucile verrà venduto per comprare una macchina fotografica sarà stato unreferendum, e un voto, utile.

* è una notizia che ho trovato su un paio di sitiblog, non sembra vera. E' necessario il quorum. (rettifica 23/2)