Dicembre, i dolori del parto delle stelle

Dicembre è un vortice.
Di questi periodi comincia il dolce sentore natilizio e si viene presidallo spirito di pace e di allegra dolcezza; accanto a queste sensazionici sono quelle di alcune anime sensibili che vengono profondamentesegnate dal periodo che vorrebbero invece evitare, annullare, rimuovere.Queste anime portano in sè tracce di qualcosa di più oscuro e terribileche da sempre alberga nello spirito umano: dicembre è un vortice e acercarne il fondo il cuore si spaura.
Quest'ultima liturgia non è lettura piana e semplice ed è tutt'altro che natalizia nel senso comune del termine; è invece un viaggio difficile e contrastatodell'anima curiosa tra i miti del periodo dove trova qualcosa diinaspettato e potente.

Si può passare tutta la bella stagione a crogiolarsi al caldo; dalleprime nebbe d'ottobre ai freddi di novembre si viene sempre piùattirati dal buio e dai giorni corti verso quel buco nero che è ilsolstizio d'inverno, il giorno più corto dell'anno.E' faciletrattarlo come una data qualsiasi, come se fosse già banale la rinascita della luce; molto più complesso lasciarsi permeare dallapaura ancestrale del buio che avanza e inghiotte la vita.Paragonando l'anno siderale, quello dei dodici mesi, con quellaspecie di "grande anno" che è la nostra vita forse diventa piùchiara l'angoscia che attanaglia il cuore dell'Uomo che va verso lamorte del sole, cioè del sè, verso il buio della fine della vita, verso quei territori di cui nulla sappiamo.
L'esperienza ci porta la certezza della rinascita della luce nell'annosolare, non di quella del sè nel grande anno della vita; per quellaci vuole una fede. Ed è proprio in questo periodo che le religioni,e la cattolica in particolare, pongono l'evento luminoso che portatra gli uomini la speranza della vittoria della luce sul buio.
Nei tre giorni dopo il solstizio sembra che il sole cambi il suomoto nel cielo, non scende più e non risale, il sole sta, origine etimologica deltermine; dopo tre giorni col fiato sospesol'occhio può chiaramente percepirneil moto di ri-nascita ed è per questo che le feste del solstiziocadono il 25 di dicembre.

Il buio è così profondo che necessita di un evento-chiave, qualcosache illumini il futuro; proprio nel periodo del solstizio d'inverno,quasi tutti i popolihanno celebrato la nascita dei loro dei. In Egitto la nascita diHoro e di Osiride; in Messico il dio Quetzacoath e l'atzecoHuitzilopochtli; nello Yucatan il dio Bacab; in Grecia Bacco, Ercolee Adone; tra le genti del Nord Europa il dio Freyr figlio di Odino;e lo stesso per Zaratustra, Buddha, Krishna, Scing-Shin, Mithra eTammuz.
Per il calendario romano, prima della riforma di Numa Pompilio,dicembre era il decimo mese sell'anno di 304 giorni perchè dopodicembre si prolungava una notte della durata di due mesi, inattesa del 'risveglio' della stagione; ben due mesi di buio, di stasi della vita.

Il sole è per noi l'unica vera fonte di vita; non esisteremmo senza lanostranzacara stella. Passiamo tuttavia abbastanza nel silenzio questomagico momento solstiziale dicembrino; nè ci poniamo domande sulmotivo per il quale continui a darci la vita, gratis, anno dopo anno,semplicemente perchè abbiamo esperienza che ciò si ripete da sempre e lo diamo come fatto acquisito senza cercarne ragioni.
Girovagando tra i miti e le usanze del periodo natalizio si puòriflettere su alcuni elementi comuni: tra questi il dono, e con esso ilconcetto di gratuità, e la fortuna.
Messi così insieme (dono, gratuità, fortuna) sono calibri da novantache cadono nelle nostre vite e che ci portano a ragionare su ciò chenon dipende da noi ma arriva gratuitamente dall'esterno, proprio come fa la cara stella. Cosìnelle cerimonie druidiche dovremmo ringraziare il sole che per noirinasce,nella religione cattolica dobbiamo essere grati a chi nascendo nel solstizio ci ha dato lavita per l'eternità o, ancora e più prosaicamente possiamo ringraziare la sorte: chi può nonessere grato al destino quando la fortunaporta i suoi doni? (guarda caso, la fortuna la chiamiamo anche la buona stella).
Cercare illegame tra il gratis e il solstizio può divertire eappassionare le menti curiose. La testimonianza comune che normalmente ci viene proposta di tanta leggera beatitudine, comegià abbiamo sperimentato nel leggere i mesi dell'anno, dovrebbe comportare per il principio di polaritàanche qualcosa di corrispondentemente negativo; se sporgiamo la testa sull'abisso delTempo l'angoscia attanaglia la gola.
Dicembre è un vortice; e se è vero che questo mondo è polare alperiodo che corrisponde al massimo della speranza deve corrispondereanche quell'angoscia ancestrale di cui alcune anime si fanno testimoni.

Proprio in questo periodo astrologicamente si entra nel segno delCapricorno, che è domicilio base proprio di Saturno, esaltazione diMarte (aggressività), esilio della Luna e di Venere; nell'analogiaagraria il piccolo seme deve combattere il freddo con tutta la forzae la razionalità che ha a disposizione relegando in secondo piano ladolcezza e la bellezza: una simbologia dura, forte, riportata nel'testone' capricorno, mezzo capro e mezzo pesce, un po' terra e un po'acqua, simbolo di quella polarità che porta dalla terra di novembre al mare celeste successivo: le costellazioni dell'acquario, pesci, idra, il delfino,eridano, e la nave Argo che porteranno l'anima nel buio dei mondisottomarini per riemergere poi nella primavera.
E' un periodo di freddo e di paura, di notti lunghe e di buio; l'esiliodi Venere, il simbolo della bellezza, fa pensare con quanto struggentedesiderio si può aspettare che al mattino appaia nel cielo come primastella; per chi ancora legge i salmi, è la notte in cuilasentinellache ha vegliato alza gli occhial Signore e prega divedere la stella del mattino, segno del giorno, segno della vita.

Tra i miti più antichi del periodo ricordiamo isaturnali romani, aloro volta basati su credenze precedenti; erano feste che sisvolgevano tra il 17 e il 23 dicembre informate dal culto diSaturno, la cui statua veniva 'slegata' dal piccolo panno che lateneva ancorata per simboleggiare la libertà nei comportamenti delperiodo, per poi legarla nuovamente dopo i saturnali. Durante lafesta infatti venivaeletto anche il Saturnalicius princeps, il reburlone, in un periodo di festeggiamenti esagerati; forse l'usanzadella festa di capodanno risente ancora oggi di questi influssi. LaChiesa ha trasformato questo periodo con la liturgia dell'Avvento,che consta di quattro domeniche, simboli dei 4.000 anni mitici diattesa del Messia dopo la caduta originale.

Slegare Saturno, il dio fin troppo rigido, serio, misuratore eregolatore del cosmo, significa abbandonarsi al caos; infatti oltrealle feste orgiastiche ci si scambiava di ruolo tra schiavi epadroni e si praticava il gioco d'azzardo vietato in altri periodi:ecco la fortuna. Il caos rappresenta il mondo che va arotoli, la fine della luce, la perdita della misura; proprio inquesto periodo si lascia libera la fortuna, cioè l'eventogratuito che può cambiare il mondo; fortuna che nel gioco è da intendersi inmodo completamente diverso dal termine odierno che la accomuna a casodi tipo fortunato, quanto piuttosto l'aderire all'ordine delcosmo lasciandosi andare agli eventi.
La fortuna del giocatore non è legata al capriccio della sorte ma èpiuttosto l'espressione del volere degli dei: in questo sensotroviamo il collegamento con le tante -manzie (artidivinatorie, fra tutte diventa immediato il collegamento con quelconcentrato sapienziale che è il libro dei mutamenti cinese,l'I-Ching) e con il concetto che vede il gioco da tavola come il piùantico oracolo di culto nel quale le pedine si muovono secondo ilvolere degli dei attraverso i dadi imitando una strutturacosmologica; più avanti nel tempo verrà ripetuto il concetto con il gioco dell'ocadi cui s'è parlato nella scorsa liturgia.
In questi terminiriusciamo a collocare bene e dare senso al gioco della tombolachetradizionalmente si svolge in questo periodo, sbiadito ricordoinconsapevole del gioco-oracolo dei tempi antichi, gioco nel quale la fortuna, la sorte, il caso, la nostra buona stella, dovrebbero guidarci nella vita come i sapienti magi sono stati guidati da una stella.
Il senso dei Saturnalia è profondissimo e va a toccare i misteri dell'alchimia del tempo (per chi voglia approfondirli si può cercare qualcosa riguardo all'età del ferro, alla croce di Hendaye, a Fulcanelli); all'epoca di Virgilio, si sono trasformati in unareligione misterica, come precisa Macrobio nell'opera Saturnalia: "IIdiritto divino non mi permette di rivelarenozioni connesse allasegreta essenza della divinità: posso esporre soltanto laversionemista ad elementi mitici o divulgata dai fisici. Quanto alle originiocculte... non si possono illustrare nemmeno durante le cerimonie sacre;anzi,qualora si giunga a conoscerle, è obbligo tenerle ben nascostedentro di sé".

Sono cerimonie oggi dimenticate il cui senso forse in qualche modo è sopravvissuto perchèbasato su qualcosa di stabile e inscritto nell'uomo. Per approfondire il tema eprocedere d'una spirale nel vortice si può ricordare che in epocamedioevale era usanza eleggere il 6 dicembre tra i seminaristi un vescovello e i suoi cappellani che il 28 sarebbero stati protagonisti di unacerimonia parodistica, l'episcopum puerorum, che si svolgevaall'interno di una chiesa dove il vescovello indossava pannivescovili, impartiva benedizioni e veniva preso in giro e canzonatodai compagni in abito da mascherata cantando canzoni oscene,saltando e ballando in chiesa, inserendo cuoio nel turibolo perammorbare l'aria; cerimonie non distanti dalle 'feste dei folli' incui 'Durante la Messa, l'Introito, il Kyrie, il Gloria e ilCredo terminavano tutti con un raglio e invece dell' "ite missaest", il celebrante doveva ragliare per tre volte ( "terhinhannabit" ), al che i fedeli rispondevano ragliando!' (Notedi Philip Phicket sulla festa dell'Asinara).


Ipersfera del tempo, dall'interpretazione della croce di Hendaye
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il tempo verso l'abisso


Il caos raggiunge l'apice: ci troviamo in un momento fortementereligioso con testimoninanze di cerimonie di tutt'altro verso,troviamo capovolte gerarchie che pensavamo stabili e l'approfondirei termini non fa che spingerci ancora più nell'abisso ed aumentarela velocità del vortice. Ad esempio si potrebbero considerare glianimali coinvolti: l'asino che qui è riportato a simbolo di schernoe idiozia è invece animale ritenuto in passatosacro nei vangeli alpunto di portare Maria, di essere accanto a Gesù nel presepe e diportarlo poi nella domenica delle palme. Anche il raglio utilizzatocome verso di scherno viene ribaltato nel significato da MariusShneider, massimo etnomusicologo dello scorso secolo, secondo cui lacreazione (la parola è vita, all'inizio era il verbo) avvenne... conun raglio! "Dal raglio del mondo primordiale invisibile sorgel'asino concreto e visibile. Bisogna aver udito il 'grido duplice'dell'asino [...] ess[o] è un modelloacustico sorto dalla parolacreatrice [...] il grido duplice, il suo sollevarsi e precipitarsisono forme primordiali dell'ascesa e della caduta, della nascita edella morte". (Marius Shneider, 'La simbologia dell'asino', in'conoscenza religiosa', n.2 1980). Altro che Pinocchio.

Ed è proprio in questo periodo di vorticoso caos verso ladisgregazione totale che capita l'inaspettato, il gratuito, larivelazione; la nascita del salvatore del mondo, la stella del mattino, il dono gratuito, immeritato, fortunato, che piomba nella storia deviandone il corso.
Ma quale storia, quale corso? ci deve essere qualcosa di impiantato nel DNA dell'uomosetante religioni, non solo quella cattolica, imprimono questa svolta inaspettata proprio in questo buioperiodo; cosa può essere più presente nell'uomo se non la suastella, che muore il 22 dicembre e dopo tre giorni rinasce, il 25Dicembre, riprendendo il suo movimento ascendente, donando la vita agli uomini?

Ecco alcuni altri dati sulla nostra 'cara stella':
  • In alcune zone della terra, il calendario, in origine,iniziava nella costellazione della vergine ed il solerisulterebbe quindi partorito da una vergine.
  • Il sole e' la Luce del Mondo.
  • Il sole cammina sopra le nubi e tutti lo possono vedere.
  • Il sole che si alza al mattino e' il salvatore del genereumano.
  • Il sole porta una corona, corona di spine, o aureola.
  • Il sole cammina sulle acque.
  • I seguaci del sole, apostoli o discepoli sono i 12 mesidell'anno, i 12 segni dello zodiaco, delle costellazioni,attraverso i quali il sole stesso dovrà passare.
  • Il sole, a mezzogiorno, si trova nella casa, o meglio neltempio dell'altissimo; così egli inizia il lavoro del padre suoal dodicesimo tempo.
  • Il sole entra in ciascun segno dello zodiaco ogni 30 gradisull'orizzonte; quindi il sole di dio inizia il suo ministero altrentesimo anno.
  • Il sole e' appeso ad una croce (crocifisso) il che simboleggiail suo passaggio attraverso gli equinozi e, cadendo a Pasqual'equinozio primaverile, a quel tempo risorge.
Le tante religioni che si sono succedute nel tempo e nello spaziohanno in comune questa parte 'solare'; quella cattolica è una diloro e può destabilizzare, può recare angoscia alle anime sensibiliinscriverla in un ambito relativo visto che è sempre stata presentatacome assoluta. La destabilizzazione rischia addirittura di far scorgeredelle dolorose spine in un evento così immensamente grande, gratuito egeneroso come l'incarnazione didio tra le genti e costringe l'animaassetata di senso a cercare un appiglio, un approdo sicuro, unastabilità che sembra irraggiungibile da questa posizione di angoscia edolore che la assale proprio un attimo dopo aver concepito la distanzadalle conoscenze comuni, appena dopo avere miticamente ucciso il padre,appena dopoaver morso il frutto della conoscenza del bene e del male.
Esiste uno dei rari dipinti di Eva con la mela ancora in mano dopoquest'attimo; è in una cappella laterale, un po' nascosta, in una chiesadi Torino; è un dipinto monocromo di Enrico Reffo, del 1904, sembraappena uno schizzo; ma raffigura quest'angoscia con pienezza e l'averposto il dipinto esattamente di fronte all'altare con l'altera, algida edorata vergine di Loreto, festeggiata proprio in dicembre, ne rafforzaancora il significato, ne esalta l'angoscia.



Dicembre è un vortice eporta all'abisso; non è facileconciliare 'le religioni' con 'la religione', almeno alle nostrelatitudini; e ciò non può che evidenziare spine alle genti sensibili in un periodo così dolce.
Cercando nei pensieri del passato si trovare un'appiglio; secondo Jung esiste un Cristo pre-cristiano e pagano nellamisura in cui «Cristo non è tanto un fatto storico quanto unfatto psicologico che tende ad accadere di per sé stesso»; sitratta di un archetipo della psiche profonda impresso nell'inconsciocollettivo: Cristo è in noi e, pertanto, sorge spontaneamente diquando in quando nel simbolismo dei sogni, degli stati visionari,delle trance mistiche, dei miti, delle leggende e della poesia. Cristo è una realtà di per sè, senza bisogno di oggettivizzazioni storiche.
Ma se è così dovevamo aspettare i nostri secoli, e Jung, pergiungere a questa consapevolezza? No, ben prima qualcuno avevachiaro questo pensiero. Non possiamo immaginare infatti che i padridella Chiesa non conoscessero i miti simili alla nuova religione cristiana,anche se qualcuno sosteneva fossero parodie diaboliche pernascondere la Verità.
Secondo Sant'Agostino la vera religione sarebbe sempre esistita «dall'iniziodella razza umana, sino a che Cristo venne in un corpo, quandocominciò a chiamarsi cristiana, già esisteva» dando unsenso profondamente universale a quella che chiama 'vera religione'che diventerebbe così cattolica (=universale) nelsenso primo,nello spazio e nel tempo.
Chiaramente la Chiesa e sant'Agostino su questo non eranoesattamente d'accordo: "Il problema è vecchio e obbligò, a suotempo, Sant'Agostino a ritrattare la dottrina del "Cristo eterno".La chiave per comprendere il motivo di questa resistenza dellagerarchia cattolica ad accettare tale tesi è semplice: facendolosi rinuncia al concetto secondo il quale «non c'è salvezza al difuori della Chiesa» e, allo stesso tempo, si riconosce cheesistono altre vie, anch'esse legittimate dalla rivelazione, peraccedere alla verità di Dio." ('LaRiflessione' - Il Cristo eterno).
Cioè: o sei cristiano cattolico, nel senso che riconosci come unicafonte di verità la Chiesa Cattolica Romana, o sei nell'errore.
Ancora in tempi recenti la Chiesa ha obbligato ad abiurare questetesi imponendo (1910) ungiuramento a tutti i laureandi delleuniversità cattoliche, il giuramento antimodernista, contro appuntoi 'modernisti' che sostenevano queste tesi:
  • la Rivelazione non è davvero parola di Dio e neppure diGesù Cristo, ma un prodotto naturale della nostra sub-coscienza;
  • la Fede non è un fatto oggettivo ma dipende dal sentimentodi ciascuno;
  • i Dogmi sono simboli dell'esperienza interiore diciascuno; la loro formulazione è frutto di uno sviluppo storico;
  • i Sacramenti derivano dal bisogno del cuore umano di dareuna forma sensibile alla propria esperienza religiosa, nonfurono istituiti da Gesù Cristo e servono soltanto a tener vivonegli uomini il pensiero della presenza del Creatore;
  • il Magistero della Chiesa non ci comunica affatto laverità proveniente da Dio;
  • la Bibbia è una raccolta di episodi mitici e/o simbolici,e comunque non si tratta di un libro divinamente ispirato;
  • gli interventi di Dio nella storia (quali miracoli eprofezie) non sono altro che racconti trasfigurati di esperienzeinteriori personali;
  • il Cristo della Fede è diverso dal Gesù della storia; ladivinità di Cristo non si ricava dai Vangeli canonici;
  • il valore espiatorio e redentivo della morte di Cristo èfrutto della teologia della croce elaborata dall'apostolo Paolo;

Il Concilio Vaticano II ha trasformato il ' giuramentoantimodernista'nel 'Credo' pronunciato durante la Messa cheobbliga le persone che lo recitano senza ipocrisie a schierarsi da uno dei latidella contesa, quello che vuole l'interpretazione ufficialecattolica come unica definizione della 'vera religione' e laChiesa come unico interprete della Verità.
Dicembre è un vortice: se i pensieri cominciano a girare, finiranno nell'abisso.

Forse la ripulsa che qualcuno sente per gli aspetti commercialidel Natale può essere inconsciamente generata da considerazioni diquesto tipo, che mirano a mettere in luce la difficoltà nel seguirequanto ci viene proposto da secoli; altrettanto la gioia innata chealtri sentono, anche la di là degli aspetti religiosi, puòderivare dagli effetti ancestrali del dono e della gratuità che inquesto mese sono palesati dalla rinascita della luce e mimati dalloscambio di regali che sono l'antico reciproco ricordarsi della gratuitàdella vita portata dalla 'cara stella'; sia che la poniate nel cielo chein una mangiatoia.

In accordo con tutte le religioni la liturgia del mese non puòche essere il 'sintonizzarsi' con la buona novella e cercare ilprivilegio di saper piegare la testa di fronte al Sole che nasce e checi regala il respiro; che sia quello di un istante, di un giorno, di unaluna, di un anno, della vita intera o di quelle che seguiranno e che cihanno preceduti in fondo non ha molta importanza; viviamo di presente, ora e sempre, non di passati, di futuri, o di pensieri filosofici.
Negli infiniti presenti che ci si propongono durante l'anno la nostra buona stella infonde senso e conoscenza alla natura che ci circonda; amarla,seguirla, cercarne la sapienza appena velata è quanto di più utileabbiamo su questo pianeta per essere felici; è la liturgia chepossiamo recitare quotidianamente per glorificare il creato e cercare ditoglierne la velatura così che guardandolo attentamente, a poco a pocosi scopra ciò che è: uno specchio in cui ci si vede riflessi, finalmentedall'altra parte del vortice.

Voglio terminare quest'anno di liturgie con il primo scritto che leha generate; scrivevo nel dicembre scorso parlando di simboli comunitra le religioni nel riportare la gioia di questo momento:

"Ce n'è da essere felici; c'è da chiedersi se questa orgiasticasimbologia consumistica delle feste natalizie non abbia qualcosa dibuono rifulgendo di una origine sana, nobile.
Ce n'è da essere felici, perchè ci ricongiunge con i nostri passati e ci dà una mano per affrontare il futuro.
Ce n'è da essere felici, perchè ci rende simili, ci fa capire che siamosulla stessabarca dove viviamo, e remiamo, insieme; aspettando nellanotte la stella del mattino."

Auguri.