Consumo sostenibile a scuola, bello, ma chi paga?



Nelle ultime settimane tra alcuni genitori della scuola primaria si èaperto un dibattito relativo al problema della riduzione dei rifiutinella mensa scolastica. Io ne sono giunto a conoscenza tramite ungenitore che aveva letto un post in rete della consigliera comunaleMartinotti che informava di aver avuto un colloquio - insieme alpresidente del Comitato Genitori di La Cassa (cui anch'io sono iscritto)Enrico Bonino e all'assessore alla cultura G. Di Matteo - con la dittache gestisce la ristorazione alla scuola dell'infanzia e alla scuolaprimaria di La Cassa....


A seguito di questo incontro erano emerse alcunesoluzioni/proposte da parte della ditta che prevedevano tutte unincremento dei costi.
Mia moglie fa parte quest'anno dellacommissione mensa della scuola primaria e durante il primo incontro con idocenti che se ne occupano le è stata presentata la soluzionedell'acquisto di una lavastoviglie per la sola scuola primaria (dove aseguito dei lavori di ristrutturazione dei locali mensa ad opera dellascorsa amministrazione -la nostra- si era già provveduto a creare lospazio idoneo alla preparazione dei cibi in loco e per un'eventualelavastoviglie) ventilando il fatto che ciò avrebbe probabilmentecomportato un aumento del costo del buono pasto a carico delle famiglie.
Letariffe sono decise dalla Giunta Comunale e devono essere approvate dalConsiglio Comunale assieme al bilancio, per cui finché non c'è almenouna delibera di Giunta su questo aspetto non ci sono certezze.
Fermorestando il fatto che è molto importante riuscire a ridurre i rifiutiindifferenziati sia dal punto di vista immediato della riduzione deicosti, sia soprattutto come educazione ad un consumo eticamenteresponsabile da parte dei nostri bambini, mi chiedo se non sia opportuno(o se le decisioni fossero già state prese, se non sarebbe statoopportuno) che tutti i genitori della scuola primaria di La Cassavenissero adeguatamente informati al riguardo in modo da dare il propriopersonale contributo e da poter fare una scelta effettiva. In fondo unsimile sondaggio si può fare con un semplice avviso sul diario, senzascomodare forum più o meno seguiti o sentire il parere di Comitati chesono sì portatori di interessi, ma che non possono essere portatori diuna rappresentatività che non hanno.
Come genitore e cittadino diquesto paese mi piacerebbe essere coinvolto in prima persona prima diavallare una soluzione o l'altra, soprattutto se questa dovesseimplicare un aumento dei costi del servizio a carico dalle famiglie.
Conla soluzione-lavastoviglie si riducono i rifiuti indifferenziati, ma siincrementa (e di molto) il consumo di acqua ed energia elettrica (ameno che l'elettrodomestico non vada a pedali...). Cos'è piùambientalmente sostenibile? Se si vuole fare una scelta consapevole,occorre informazione (l'einaudiano “conoscere per deliberare”).
Conuna veloce e semplice ricerca in rete, dove ho scoperto tra l'altro chenella settimana dal 20 al 28 novembre 2010 (2° edizione della "SettimanaEuropea per la Riduzione dei Rifiuti") è tutto un fiorire diiniziative, convegni, dibattiti e quant'altro  dei comuni sensibili allasalvaguardia dell'ambiente (e a La Cassa niente?), ho scoperto che inalcuni comuni il costo dell'acquisto della lavastoviglie con annessi econnessi è stato coperto dall'amministrazione comunale senza aumento delcosto del buono pasto per le famiglie.
Inoltre mi sono fattoun'idea personale sulle possibili soluzioni e non mi sembrava del tuttoscartabile quella dell'acquisto di stoviglie usa e getta in materialebiodegradabile al 100% che costerebbe senz'altro meno dell'acquisto edella manutenzione di una lavastoviglie professionale, di piatti ebicchieri, e del maggior tempo da dedicare da parte del personaleaddetto al lavaggio delle stoviglie e alla manutenzione della macchina.
Questoè il mio punto di vista, ma non solo: so di altri genitori che lapensano come me o che semplicemente sono all'oscuro dell'iniziativa.
Citoinfine dal verbale della Commissione Mensa della scuola primaria del 18/11/2010: “...l'insegnante (...) riferisce della proposta fatta allascuola dell'Infanzia: chiedere al comune l'acquisto di una lavastoviglieprofessionale per ovviare all'enorme quantità di plastica di rifiutoprodotta.
I genitori sono però propensi a mantenere questo tipo distoviglie per non rischiare un aumento del buono pasto; si farannocarico di informare tutti gli altri per prendere poi una decisione inmerito”.
Quest'anno e già lo scorso anno noi genitori siamo statichiamati dai Dirigenti Scolastici a contribuire "volontariamente" allespese della scuola che versa in uno stato pietoso dopo gli ulterioritagli della riforma Gelmini e abbiamo visto diminuire drasticamentel'offerta didattica per la riduzione dell'organico. Nella crisieconomica che investe il paese mi sembra il momento peggiore percaricare le famiglie di ulteriori balzelli.
A questo punto si aprono alcuni possibili scenari:

  1. laGiunta Comunale decide se e come variare le stoviglie del serviziomensa (usa e getta in mater-bi, lavabili con lavastoviglie, altresoluzioni) assumendosene i maggiori costi. La spesa graverebbe sempresulla comunità, ma non più solo sui genitori, che nell'ipotesi nonverrebbero interpellati. In fondo anche la castagnata è stata pagata dalComune: forse la mensa è un po' più importante di una castagnata...
  2. laGiunta o la Dirigenza Scolastica interpellano i genitori evidenziandole varie possibilità e l'eventuale incremento di costi. A questo puntosi segue quanto deciso democraticamente dalla maggioranza dei genitori;
  3. Si interpellano i genitori ed in caso di maggiori oneri questi vengono assunti dal Comune;
  4. LaGiunta decide da sé e carica la spesa alle famiglie. Al di là deibenefici per l'ambiente che in economia si chiamano “esternalitàpositive”, alla fine le famiglie si troverebbero a dover sopportare uncosto in più, senza neanche saper bene chi ringraziare: la consiglieraproponente? Alcuni genitori ecologisti integralisti? Il comitatogenitori?   

Questo quarto punto non deve farsorridere: in questo pirotecnico paese ci sono anche famiglie in pesantearretrato nel pagamento al Comune dei buoni pasto, magari le piùimpensabili. Non sarebbe proprio il momento di peggiorare lasituazione...
Lo so, come mi diceva un mio amico ex-sindaco di LaCassa non è bello parlare di soldi. Forse è' meglio abbandonarsi ai volipindarici e stare sulle generali, specie se a pagare sono gli altri...

Giovanni Nepote